IL SINODO VISTO DAI BAMBINI

C’è chi vorrebbe una chiesa parrocchiale più grande e chi sogna che una Messa più animata,  magari in cui si balla. Ci sono ragazzi che si chiedono perché i preti non possano sposarsi e altri che si interrogano sul sacerdozio delle donne. Sono solo alcune delle risposte fornite da  bambini e ragazzi che frequentano il percorso di catechesi in preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima, nell’ambito della consultazione sinodale avviata nella nostra parrocchia. Già, perché, in attesa di dare il via alla consultazione degli adulti, nella nostra comunità il Sinodo è stato tenuto a battesimo proprio dai più giovani. Non una trovata originale, a dire il vero. Ci aveva già pensato Gesù a mettere al centro i piccoli, mentre tutti tendevano ad escluderli. Al tempo di Gesù, infatti, i bambini erano, assieme ad altre categorie, ai margini della società, non riconosciuti come titolari di diritti. Gesù sovverte i valori e le gerarchie e li pone a modello per tutti: “A chi è come è loro appartiene il regno dei cieli” (Mt 19,14), dirà ai discepoli che, figli della cultura del tempo, sgridavano i bambini perché non si avvicinassero al Maestro. Anche altre volte nei Vangeli Gesù parlerà dei piccoli, riferendosi non solo a chi piccolo lo è dal punto di vista anagrafico, ma a quanti sanno accogliere il Regno di Dio con la semplicità e la gratitudine meravigliata dei bambini. Anche noi, quindi, sulle orme del nostro Signore, abbiamo voluto mettere al centro i più piccoli. E loro hanno saputo ancora una volta dare prova della loro preziosa genuinità. A tutti, durante gli incontri di catechesi, sono state somministrate delle schede contenenti tre domande che avevano lo scopo di capire come vedono la Chiesa e come la vorrebbero. Concetti che hanno anche rappresentato graficamente con un disegno.
“La Chiesa è fatta da persone. Chi sono?”. Le risposte alla prima domanda sono state varie. In qualche caso la Chiesa è stata indentificata con Gesù e Maria, altre volte con il Papa, altre volte ancora è stata ristretta alla propria cerchia familiare, oppure ai soli bambini. In molti casi la Chiesa è stata riconosciuta nei sacerdoti, nei lettori e in tutti gli “attori” della celebrazione eucaristica (lettori, coro, ministranti, etc…), oltreché nei catechisti. Per qualcun altro, poi, la Chiesa è composta da tutti i battezzati.
“Che non mi piace o che cosa non capisco della Chiesa?”. Nel rispondere a questa domanda molti bambini e ragazzi si sono concentrati ora sulla Messa, ora sull’edificio, individuando aspetti della liturgia o parti della chiesa non in linea con i loro gusti. Qualcuno ha detto di annoiarsi per le celebrazioni troppo lunghe o per le preghiere giudicate noiose. C’è poi chi non comprende il motivo per cui ci si deve alzare in piedi durante la Messa, perché ci sono dei momenti di silenzio e chi stenta a capire le letture. I dubbi non hanno risparmiato neppure i paramenti liturgici. Perché, ad esempio, il prete quando c’è la Messa cambia sempre il colore del vestito? Le perplessità hanno toccato anche le annose questioni legate al celibato dei sacerdoti e del sacerdozio femminile. Temi assai controversi, questi, destinati ad animare anche il confronto tra i “grandi”. Non sono mancate, come detto, le obiezioni alla parte strutturale della chiesa. Le perplessità dei piccoli hanno toccato ora le sedie  (“scomode”), ora le colonne (“non si vede niente”), quindi le luci e perfino i fiori (“sono allergico”). E poi, perché le candele si accendono con i soldi? Alcuni bambini non hanno mancato di tirare le orecchie ai grandi sul comportamento che tengono durante le celebrazioni: il rumore dei telefonini in chiesa è insopportabile. Impossibile dare loro torto.
Merita una menzione speciale, infine, il bambino che non comprende cosa siano le casette presenti in chiesa. Di cosa si tratta? Ma del confessionale, ovviamente! 
“Come vorrei che fosse la Chiesa? Che cosa cambierei?”. Alcune risposte hanno riguardato la liturgia. Alcuni, ad esempio, vorrebbero che l’omelia fosse più breve, altri che si ballasse durante i canti e altri ancora vorrebbero mangiare al termine della Messa. In generale è emerso il desiderio di celebrazioni più gioiose e divertenti, a misura di bambino.
Anche le aule del catechismo sono state prese in considerazione. Qualcuno vorrebbe averla al piano terra, in modo da evitare le scale, altri vorrebbe svolgere delle attività e fare delle recite. Le risposte più suggestive e fantasiose hanno interessato la parte strutturale della chiesa. Alcuni hanno chiesto un edificio più grande, più luminoso, più colorato, con più verde esterno e “a forma di Gesù”. C’è anche, però, chi ha sognato un’architettura da favola: una chiesa di cioccolato e zucchero filato, piena di dolci e con un grande arcobaleno. E, se sogno deve essere, non si può non pensare a una chiesa con un parco giochi al suo interno.
Ad onor del vero vi è stato anche chi ha detto di non volere cambiare nulla, di comprendere tutto, di amare
la Chiesa come la conosciamo, “perché così l’ha voluta Dio”. Una cosa, però, sognano questi ragazzi: che a
Messa sia presente tutto il Popolo di Dio; che il tempo trascorso in Chiesa possa rendere le persone più contente, capaci di aiutarsi vicendevolmente e di volersi bene. Il sogno dei piccoli, del resto, non è lo stesso sogno di Dio? È proprio vero, allora, quanto ha detto Gesù: a chi è come loro appartiene il regno dei cieli. 


Luca Insalaco
(Con la preziosa collaborazione dei catechisti e degli educatori ACR della parrocchia Spirito Santo - Palermo)

fonte: Il sicomoro

 

 

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